domenica 5 maggio 2013

Recensione classici: Emma - Jane Austen


EMMA
Jane Austen

Titolo: Emma
Autore: Jane Austen
Editore: BUR Rizzoli
Prezzo: 8.90
Prezzo E-book:0.99
Pagine: 556
Anno: 1815



TRAMA

Emma è bella, ricca, intelligente. E vuole inventarsi una vita che le assomigli. Al centro di intrighi amorosi che lei stessa sollecita e da cui alla fine è vinta, prima intreccia un difficile rapporto di amicizia con una donna di ben diverse origini sociali, poi avvia un flirt segreto e dagli esiti infausti con il figliastro della governante. Non mancano altri personaggi e altre storie: le coppie si formano sotto il segno d'un Amore sopraffatto da illusioni, ambizioni mondane, affinità sensuali.
Questo è l'ultimo romanzo della Austen ed è considerato il suo capolavoro. Un grande classico qui presentato in tre libri secondo un antico itinerario di lettura che rispecchia la divisione in uso nell'Ottocento.
***
Figlia del pastore anglicano George Austen e di Cassandra Leigh, Jane Austen nacque il 16 dicembre del 1775 a Steventon, nello Hampshire, un piccolo villaggio nel sud-est dell'Inghilterra. Penultima di otto figli, sei maschi e due femmine (James, George, Edward, Henry Thomas, Francis William Frank, Charles John, Jane e Cassandra Elizabeth), fu legata particolarmente alla sorella Cassandra.
Tra il 1795 e il 1799 la Austen iniziò la stesura di quelli che diventeranno i suoi lavori più celebri: Prime impressioni, prima bozza di Orgoglio e pregiudizio ed Elinor e Marianne che divenne Ragione e sentimento.
Dopo l'arrivo a Chawton, Jane Austen riuscì a far pubblicare quattro romanzi ottenendo un discreto successo. Tramite il fratello Henry, l'editore Thomas Egerton acconsentì nel 1811 a pubblicare Ragione e sentimento di cui si vendettero tutte le copie già a metà del 1813. Lo stesso Egerton pubblicò, nel gennaio del 1813, Orgoglio e pregiudizio, ultima revisione di Prime impressioni. Il romanzo fu accolto immediatamente molto bene e già nell'ottobre dello stesso anno ne fu stampata una seconda edizione. Nel 1812 iniziò la stesura di Mansfield Park, terminato e pubblicato nel 1814, ne furono vendute tutte le copie in sei mesi.[9]
Sempre nel 1814 iniziò la stesura di Emma, concluso nel 1815 e pubblicato nel dicembre dello stesso anno da John Murray, noto editore di Londra. Emma fu l'ultimo romanzo della Austen pubblicato in vita. Infatti il suo ultimo e più maturo romanzo, Persuasione (che scrisse nel 1815), fu pubblicato postumo nel dicembre del 1817 insieme a L'abbazia di Northanger ancora inedito.
Nel 1816 la Austen si ammalò gravemente. Muore a 40 anni.

OPINIONE PERSONALE

La mia opinione sulla Austen già la sapete, e questa opinione è anche sottolineata dal fatto che la mia seconda recensione su un classico sia un altro suo libro. Non recensirò però solo i sui romanzi, infatti per queste particolari recensioni ho scelto i due libri di questa autrice che preferisco.
Come già dice il titolo la protagonista indiscussa di questo romanzo è Emma e qui è davvero la donna ha farla da leone. In Orgoglio e Pregiudizio tutta la storia viene sì raccontata dal punto di vista della famiglia Bennet e soprattutto da Lizzie, ma il personaggio che dominava la storia era Mr. Darcy; qui invece il personaggio maschile Mr. Knightley è una figura sì importante, ma è solo un contorno.
Mi spiego. In realtà la storia non si basa sulla storia d’amore tormentata o difficile, ma sulla volontà di Emma di far sposare Harriet, la sua migliore amica, con un ragazzo benestante e piacente. Come notate qui Emma prede il posto della signora Bennet e in alcuni momenti prende anche il poco rigore e il poco attaccamento alla realtà di quest’ultima.
Affermo che Emma non veda la realtà delle cose perché Harriet è una ragazza senza famiglia, senza una grande istruzione e non troppo bella. Una ragazza di tale estrazione sociale al tempo non aveva molte possibilità di sposarsi e Emma le fa sognare di poter sposare chi vuole.
Qui si vede una cattiva azione fatta però con le migliori intenzioni; che alla fine sono le azioni che fanno più danni di tutti. Harriet è infatti innamorata di un contadino e lui la ricambia, ma per Emma la sua amica può desiderare di meglio e impedisce l’unione, che alla fine avverrà lo stesso.
Emma non vede la realtà, ma la sua realtà!
Lei è una ragazzina viziata che ha sempre ottenuto quello che voleva e non riesce a capire che la vita non va così, che lei non può far sposare Harriet con il decano, che lei non può incitarla a vette che non può raggiungere.
C’è una certo realismo pessimistico, una defavolizzazione della realtà, passatemi il termine inventato, ma esprime il concetto.
Questa storia di crescita fa vedere come Emma perda quegli occhiali, da fanciulla, che le facevano vedere tutto rosa e facile per dovere mettersi in contrasto con la realtà, quella cruda e cattiva che c’è fuori dalle mura del suo castello d’orato.
Il tutto però scritto con la dolcezza caratteristica della Austen, perciò il più grave dolore che Emma prova è la tristezza per aver impedito alla ragazza di stare con il suo vero amore, o di aver offeso Mr. Knightley. Nulla di trascendentale.
La fine porta ad avere una Emma più matura e consapevole della realtà, anche senza averne visto gli aspetti più crudi.
La crescita dei personaggi, la loro maturazione, argomento caro all’Austen qui raggiunge l’apice perché nel personaggio di Emma spocchioso e antipatico all’inizio, si trasforma in una donna matura e più realista.
Ci possiamo un po’ tutti impersonare in lei perchè chi a volte non voleva vedere una realtà negativa su un amico, chi non gli voleva dare un futuro migliore?
Il problema è che adesso è una cosa possibile, all’epoca era una cosa non impossibile, ma inimmaginabile. Le classi erano quelle e non si doveva mischiare una classe con l’altra.
Una delle cose più belle del libro è proprio questo disinteresse alla divisione fra classi. Emma non vuole meno bene a Harriet perché è di una classe diversa, anzi all’inizio si avvicina a lei come per gioco, ma poi si affeziona alla ragazza. Non c’è interesse, cattiveria, volontà di sottomettere, Emma vede Harriet come una ragazza dolce e graziosa che merita il meglio, anche quello che non può avere.
Per questo affermo che la storia d’amore non prende i caratteri principali del libro, ma è un piacevole sfondo. Mr. Knightley serve come voce della coscienza, più che come amore, anche se l’ultima scena sarà la dichiarazione di esso; la parte principale del romanzo è l’amicizia, quell’amicizia che supera le classi, la vera amicizia.
Qualcuno può non vederla come me, ma non mi importa, per me Emma è una storia di amicizia più che una storia d’amore. Ormai la Austen sta invecchiando e non è più alla ricerca del grande amore, ma delle cose che possono darle felicità e certezza.

Adesso pongo una domanda. Perché la Austen odiava così tanto i chierici da descriverli sempre come idioti?


SCENA PREFERITA

Il matrimonio fu molto simile a latri matrimoni nei quali gli altri sposi non hanno particolare interesse per il lusso e l’ostentazione; e la signora Elton, basandosi sui dettagli forniti dal marito, lo giudicò assai modesto e di gran lunga inferiore al suo. “Pochissimo raso bianco, pochissimi veli di pizzo; una cosa davvero miserevole! Selina sarebbe rimasta stupefatta quando lo avrebbe saputo”. Ma, a dispetto di queste gravi manchevolezze, gli auguri, le speranze, la certezza, le predizioni del piccolo gruppo di veri amici presenti alla cerimonia, ottennero pieno compiacimento nella perfetta felicità di questa unione.

CONSIGLIO

Se non siete attratti dall’idea di leggere 600 pagine, anche se ne vale la pene ve lo assicuro, potete guardare il film Emma del 1996. In 121 minuti vi siete visti la storia raccontata nelle sue parti più importanti anche se molto riassunta.





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