giovedì 5 giugno 2014

The King - traduzione Capitolo 3, paragrfo 1



THE KING


Aspetto ancora con ansia altri vostri commenti e prego di citare la fonte se mai vorrete prendere in prestito questa traduzione.
La traduzione è amatoriale e senza scopo di lucro.
Alcune parti non sono tradotte letteralmente perché era impossibile trascrivere in italiano quello espresso in inglese, soprattutto modi di dire.


Questa è la copertina del mio libro


CAPITOLO III
Paragrafo I

I-87, conosciuta come la strada verso Nord.

Oh, questo è odore di auto nuova.
Una combinazione fra moquette troppo fresca, olio delle cerniere troppo vischioso e colla che aveva asciutto solo lo strato superiore.
Sola Morte amava un nuovo inizio nel reparto automobilistico che era il motivo per cui aveva sempre affittato la sua Audi A4. Ogni tre anni ne prendeva una nuova – a volte più spesso se c’era un programma che faceva salpare la sua nuova uno o due mesi in anticipo.
Così, oh sì, questo era un territorio familiare … eccetto per il fatto che lei stava toccando un pezzo di paradiso dal bagagliaio di quella berlina in cui era stata chiusa.
Non il modo in cui aveva programmato di finire la serata, ma qualche volta il libero arbitrio era in pausa quando ne si aveva bisogno.
La domanda adesso era, come sopravvivere al sequestro e tornare a casa.
Considerando la sua linea di lavoro come ladro, era abituata ad improvvisare in situazioni pericolose. Non aveva le capacità di MacGyver; non era capace di costruire una nove millimetri con caricatore automatico con il nastro adesivo, un tubetto di denitrifico, venti centesimi, e un accendino Bic. Ma era intelligente abbastanza da ascoltarsi in giro in cerca di una chiave inglese, una cassetta degli attrezzi … una lattina dimenticata. Qualsiasi cosa lei potesse usare come un arma.
Quando lei era stata rapita davanti a casa sua, lei non aveva nulla tranne un parka sulle spalle e una disperata speranza che chiunque la rapisse prima che sua nonna scendesse dalle scale e fosse trascinata dentro tutto quello. Quest’ultima fu un successo. La prima? Cattive notizie perché lei non aveva un cellulare.
E fin ora, la sua ricerca con le mani circostante nel bagagliaio non aveva prodotto nulla.
Lei non aveva nessun indizio su dove fosse tenuta. Il rumore di fusa che veniva dal telaio e la mancanza di buche? Dovevano essere sull’autostrada,  ed era durato un po’.
Uomini, le faceva male la testa.
Con quale dannato oggetto l’avevano colpita? Un martello?
Si arcuò, e accarezzo il picco della sua schiena, pensando che poteva essere stata sdraiata sul comparto che rinchiudeva la ruota di scorta e gli attrezzi. Non sentiva alcuna cucitura nella moquette. Forse si doveva sollevare di più? Merda.
Cercando oltre la sua testa lei toccò la parete laterale, sentendo il graffio morbido della moquette e le vibrazioni del passaruota … poi la rete che tratteneva in quel luogo generi alimentari …  un foglio di carta piegato che poteva essere una mappa, lo scontrino per qualche acquisto, una lista dei “dieci modi per torturare un prigioniero” …
Portando le ginocchia la petto, si girò nello spazio ristretto, spintonandosi con le mani e i piedi, incastrando la testa in un angolazione che non era realmente apprezzata.
“Gesù … “ gemette si fermò per prendere un respiro. “Sono pronta per una seconda carriera al Cirque du Soleil”.
Riprendendo lo stiramento e la torsione, finché non ricevesse il suo premio – la capacità di controllare l’opposto.
“Ecco, ciao …”
Scavando con la punta delle dita dentro uno squarcio della moquette, seguì il ritaglio quadrato finché non trovò i fermagli agli estremità. Tolse il coperchio dal vano, lo fece saltare e trovò …
Una cassetta per gli attrezzi? Una cassetta del Primo Soccorso?
Una vincita alla lotteria che si manifesta in una carica Smith & Wesson?
Guidata dal solo tatto, cercò di decifrare la forma e la sensazioni di cosa ci fosse dentro, si ricordò di quanto avesse la sua visione.
“Ti ho preso” sibilò, affondando le sue dita dentro la scatola e lottando con la stiva per rendere l cosa libera.
Quando la estrasse, realizzò che c’era una maniglia sul coperchio.
Merda.
La sua chiusura era semplice da aprire, e dentro …
Il cilindro era lungo circa venti centimetri e largo quattro. Su una base c’era un tappo con una zona ruvida sulla sua sommità, e dentro? Sorpresa.
Questo bagliore era il suo unico colpo.
Serrò la presa sull’oggetto, si riconcentrò per cercare dove stava andando a finire che non fosse un obitorio, naturalmente. Il problema era, che lei non aveva idea di quanto lunga fosse la strada, ma se loro la stavano portando alla casa di Benloise? Dopo l’avrebbero chiusa nella loro destinazione. West Point non era poi tanto lontano da Caldwell.
E questo era il volere di Benloise.
La ripercussione del grossista di droghe per la sua piccola incursione in casa e il riposizionamento della statua. Che era stato il suo modo per dire fottiti per la questione del pagamento.
Che aveva coinvolto Assail.
Chiuse gli occhi – senonché lei non poteva vedere nessuna dannata cosa – si immaginò quell’uomo, tutto dai suoi lucidi capelli neri ai suoi occhi infossati al corpo che poteva appartenere ad un atleta … l’opposto dello spacciatore che stava probabilmente prendendo l’intera costa orientale come suo territorio.
Per pochi secondi di pazzia, si intrattenne fantasticando che lui sarebbe andato da lei e l’avesse salvata da quel casino. E questo fu imbarazzante su molti livelli – primo, lei non aveva fatto affidamento su nessuno prima d’ora, e secondo, l’intera stronzata del salvami o grande uomo era abbastanza per farle venir voglia in linea di principio di gettarsi.
Ma il suo orgoglio fece un passo indietro rispetto a quest’ultima: lei conosceva troppo bene i metodi di Benloise. Ci voleva un miracolo per renderla libera, e Assail era la cosa più vicina a questo che lei aveva incontrato. Peccato che non aveva voglia di perdere il suo tempo molto presto. Si conoscevano solo perché era stata pagata – parzialmente – da Benloise per spiarlo. Assail non lo aveva apprezzato questo aveva trasformato il quadro su di lei.
Che aveva portata a … altre cose.
Scosse la testa finché il dolore non mise le cose al suo posto, si ricordò soprattutto che erano state importanti prima che fosse rapita nella sua cucina: il gatto e il topo che faceva coppia tra loro, la minaccia seduttiva che aveva lanciato, la carica erotica che lei aveva percepito dalla sua presenza.
Tutto questo era stato così fottutamente importante.
Il giro attuale della fortuna aveva azzerato tutto, però. Ora lei era in modalità sopravvivenza – e se ciò non aveva sviluppo sperava solo che sua nonna avesse qualcosa da seppellire.
Perché lei non voleva ingannare se stessa. Benloise non aveva intenzione di dare un taglio ai suoi affari perché era stata, per un momento, quasi una figlia per lui in qualche modo. Non avrebbe dovuto forzare la mano. Carattere, carattere, carattere: la sua rabbia sarebbe stata la sua rovina.
Dio, sua nonna.
Le lacrime la minacciavano, pungevano gli occhi, facendole serrare le palpebre e sbattendole per non farle cadere.
Troppe perdite nella vita della sua vovò [nonna]. Troppe cose dolorose. E questo stava per diventare la peggiore di tutte.
A meno che Sola stessa non scappasse.
Sentimenti troppo grandi e complicati da minacciare il cervello di un corto circuito, lottò per controllarli … e la soluzione finale per questo fu una sorpresa. Si mosse d’impulso , tuttavia, nello stesso modo in cui intendeva utilizzare quello che aveva trovato nella parete del bagagliaio. Mettendo l’unica sua arma vicino all’anca, congiunge la mani sul cuore e chinò il capo in preghiera, il mento sul petto.
Aprendo la bocca, lei aspettò che passasse nella memoria parte della sua infanzia cristiana per recuperare nella mente quello che voleva che la sua bocca dicesse.
E disse: “Ave Maria, piena di grazia … “
Le parole formavano una cantilena, cadenzata come il suo cuore, e il ritmo la riportò a tutte quelle domeniche del suo distante passato.
Quando ebbe finito, aspettò per qualche tipo di sollievo o forza o … qualsiasi cosa avesse supposto di ricevere da questo antico rituale.
Nulla. “Dannazione”.
Parole – queste erano solo parole.
La frustrazione le fece scuotere la testa, sbattendola nel bagagliaio, nel posto sbagliato. “Fottiti!”.
Era tempo di ritornare alla realtà, si disse mentre cercava di raggiungere e massaggiare il punto dolente.
Il punto? Nessuno sarebbe venuto a salvarla. Come sempre, lei era l’unica che poteva portarsi a casa, e se questo non fosse stato abbastanza per tirarsi fuori? Sarebbe andata a morire in un modo orribile, e sua nonna avrebbe sofferto. Ancora.
Parlando delle sue preghiere? Sola avrebbe dato qualsiasi cosa per ritornare e rivivere quella sera, fermarsi nel momento in cui era arrivata a casa e si era accorta della strana berlina parcheggiata lungo la strada. Nel suo perfetto, ricomposto mondo, lei avrebbe voluto prendere la sua pistola e ucciderli entrambi, e dopo salire le scale e dire alla sua nonna che aveva traslocato se sua nonna le avesse chiesto della settimana precedente.
Sotto la copertura della notte, gli avrebbe portati nel garage, messi sulla macchina, e accomodati nel suo bagagliaio.
O … meglio uno sul sedile posteriore e l’altro nel bagagliaio.
Buttati in una zona sperduta. Ciao, ciao.
Dopo avrebbe imballato la nonna e loro avrebbero lasciato nel giro di un’ora, anche se fosse stato nel mezzo della notte.
Sua nonna non avrebbe posto domande. Avrebbe capito che le cose erano così. Vita difficile, mente pratica.
Prima dell’alba, per così dire, nessuno le avrebbe più riviste.
Vedere? Molto meglio dei film, e magari poteva diventare ancora una volta la realtà, se Sola si prendeva cura degli affari quando gli uomini di Benloise si fossero fermati e l’avrebbero tirata fuori.
Vedendo un chiarore, si preparò. L’angolazione che doveva avere. Come doveva andargli addosso.
Solo con la masturbazione mentale, anche se, non lo era – tutto si sarebbe svolto in pochi istanti che erano alla  fine imprevedibili.
La sua mente galleggiava verso la concentrazione, il respiro rallentò e i sui sensi si acuirono. Aspettare non era più un problema; il tempo per prendere qualsiasi precauzione era finito. I pensieri non erano un problema. L’esaurimento non esisteva.
Fu nel momento in cui lei si pose nell’inferno fra adesso e dopo che qualcosa di realmente sconvolgente avvenne.
Lei vedeva chiaramente come il giorno nella fotografia di sua nonna. Era stata riportata in Brasile quando aveva 19 anni. Il suo viso era senza rughe e pieno in senso buono, la giovinezza brillava nei suoi occhi, i suo capelli sciolti e fluenti, non legati.
Se lei avesse saputo cos l’attendeva nella sua età adulta, non avrebbe sorriso.
Suo figlio era morto. Sua figlia era morta. Suo marito era morto. E sua nipote, l’unica che le restava?
No, Sola pensò. Doveva finire bene. Era l’unica opzione.
Sola non aveva detto nulla ad alta voce questa volta – non c’erano parole spezzate o battiti di mani. E non era sicura di credere nelle sue preghiere più degli altri che le avevano insegnate a lei. Ma per qualche ragione si ritrovò piegata a parlare all’orecchio di Dio.
I prometto, Signore, che se mi porti fuori di qui, lascerò questa vita. Io prenderò vovò e andremo via da Caldwell. Io non metterò mai più in pericolo me stessa o ruberò a qualcuno o commetterò un atto malvagio. Questo è il mio voto solenne per Te, sulla vita di mia nonna.



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