PARLIAMO DI …
GREY
Questa
nuova rubrica serve per esprimere la mia opinione su un alcune faccende che mi
fanno piuttosto irritare o voglio mettere in risalto perché ci tengo a fargli
pubblicità.
Non
sarà una rubrica regolare e potrebbero passare mesi e mesi prima di un altro
“Parliamo di…”.
Prima
di tutto voglio specificare una cosa: io non ho letto e non leggerò questo
libro e i suoi seguiti.
L’opinione
che esprimo in questo post è nata e si è sviluppata dalla pubblicazione di
questa opera e non verterà sulla qualità stilistica, di traduzione o altro che
potrei permettermi di giudicare solo se avessi sul mio Kindle Grey.
Finito
il prologo possiamo iniziare a discutere del soggetto di questo post.
Grey è un’operazione commerciale che
mi irrita abbastanza.
Tralasciando
il fatto che avrei preferito leggere dall’inizio la storia di 50 Sfumature dal
punto di vista di lui perché Ana pecca di non avere un carattere, devo dire che
rivedere la stessa storia ormai soggetto di un sacco di copie più o meno
brillati e tre film non mi interessa.
Per
un lettore che ha amato il soggetto di 50 Sfumature sarà andato subito a
comprare il libro per vedere l’altro punto di vista, ma è qui che mi arrabbio.
E.L.
James non vende per una particolare bravura, ma riadattando ciò che ha fatto
successo.
Tra
lo scrittore e il lettore ci dovrebbe essere un reciproco rapporto di rispetto
e critica (nei limiti della civiltà) uno scrittore si impegna a creare un
contesto narrativo credibile, personaggi emotivamente impattanti, una storia
che lasci con qualcosa nell’animo del ricevente; dall’altra parte il lettore
deve usare il suo potere di critica senza per questo essere volgare.
Lei
ha mandato a ramengo questa idea. Per quanto una storia sia appassionante, ben
scritta, impattante ricomprare un libro che narra la stessa cosa ma da un punto
di vista diverso risulta fastidioso.
E.L.
James è una scrittrice mediocre, per quanto sia diventato popolare la sua
trilogia vive nel grande mare della mediocrità, ma un ottima donna d’affari.
Lei sa cosa vuole la maggior parte del pubblico e sa darglielo lucrandoci
sopra. Nella sua testolina i lettori sono solo numeri, non vede il suo pubblico
pagante come persone aventi la coscienza critica.
Quel prezzo non è equiparabile al prodotto!
Sono
anche cosciente d’altra parte che la popolarità nasce dal solo fatto di
parlarne, bene o male è indifferente, e questo romanzo anche se non è sulla
bocca di tutti, tutti sanno che esiste.
Vorrei
sottolineare che presa coscienza di quanto detto sopra non bisogna andare a
prendere il libro per altre vie. Se avete voglia di leggerlo è allora giusto
che paghiate quello che il mercato pretende. La pirateria è sbagliata di per sé,
e non va giustificata dalla qualità dell’opera che si va ad affrontare.
Spero
di essere stata chiara nel mio discorso e sono a vostra piena disposizione per
ampiarlo.
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