lunedì 20 maggio 2013

Recensione: Inferno- Dan Brown

Titolo: Inferno
Autore: Dan Brown
Prezzo cartaceo: 25,00
Prezzo Ebook: 9,99
Editore: Mondadori


TRAMA:
Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di 'infernale' ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità. Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. E’ naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse  in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il ‘David’ e Piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori. Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l’Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell’anestetico, soltanto un incongruo “very sorry”, il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti aversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un’organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione. Alla fine di un'avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.




RECENSIONE:
Parto col dire che il libro è stato una TOTALE DELUSIONE.
Dan Brown è sempre stato uno degli autori che maggiormente apprezzo, fluido, ben articolato e molto movimentato, ma con questo libro non so come mai, ha fatto tutto il contrario: in alcuni punti la lettura risulta ridondante e, lasciatemi passare il termine, stupida, come se si stesse leggendo una fanfiction molto ben inventata.
Le prime cento pagine sono un intricato vespaio di notizie e spostamenti da parte del professor Langdon che all'inizio del libro si risveglia in un ospedale senza ricordare nulla dei due giorni precedenti.
La dottoressa (che poi sarà la sua compagna d'avventura) gli comunica che è solo un effetto temporaneo dell'amnesia e poco dopo una donna fa irruzione nella camera e uccide il medico italiano accanto a loro.
Ovviamente si trovano a Firenze e ovviamente Lagdon non sa come ci è arrivato.
La storia è a mio parere molto confusa. Gira attorno al ritrovamento di un misterioso contenitore contrassegnato con il simbolo ben riconoscibile di materiale potenzialmente tossico e quindi pericoloso che però si scopre essere un manufatto che solo Lagdon può aprire.
Nominato spesso e anche utilizzato in maniera molto fantasiosa è il dipinto di Botticelli "La mappa dell'Inferno"
Nella versione che Lagdon vede proiettata di questo manufatto che ha ritrovato, i corpi dipinti sono però contrassegnati da delle lettere che vanno a formare le parole cerca, trova. La cosa che di questa scena mi ha lasciata basita è stato il fatto che Lagdon non si è accorto subito dell'ovvio significato, ma che anzi, ha trovato una parola che non aveva ne capo ne coda e finché non si è accorto che poteva formare una parola in italiano è andato avanti cercando un significato che non poteva trovare.
Comunque, nel libro è citato anche uno dei mei dipinti preferiti: "The Lovers by William Blake" personaggio eclettico che ha scelto la storia di Paolo e Francesca per i suoi soggetti.



«Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.»
Queste parole da lor ci fuor porte.


Vorrei potervi raccontare la loro storia ma è così tragicamente famosa che credo la sappiate meglio di me!
Tornando ad Inferno, la trama del libro in poche parole è la ricerca della peste nera, un liquido che riuscirà a ridurre la popolazione ad un numero ben preciso: 7,4 miliardi. e Dante (aprite bene le orecchie ora) sarebbe stato un profeta che avrebbe scritto l'Inferno così da avvertire che se la popolazione non si fosse ridotta l'inferno sarebbe salito in Terra.

                                                         VOTO: 4.
Ha trasformato Dante in un mezza buffonata, questo ovviamente solo a mio parere, magari ad altri il libro può piacere eccome!


Vi lascio quale screenshot e il trailer officiale del libro!:)






















BEATRICE








7 commenti:

  1. nuuuuuuuuu e pensare che stavo per comprarlo visto che era in sconto O.o

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    1. anche se fossero 21 e non 25 a mio parere sono sprecati Lucrezia!

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  2. mmmmmmmmmmm allora io e dan brown ci siamo tanto amati con il codice da vinci e lasciati subito dopo..il codice ricordo di averlo divorato.La notte non ho praticamente dormito, mi dicevo un altro capitolo e chiudo, un altro e chiudo.poi il tam tam mediatico, la bolgia che l'ha accompagnato, non so perchè, ma mi ha allontanato dall'autore e perciò non ho letto crypto o gli altri libri successivi.
    visto che il protagonista era lo stesso del codice avevo pensato di rompere il voto e di prenderlo. Ora però..non so. è la prima recensione che leggo su questo libro..grazie per aver condiviso

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    1. Crypto è precedente al codice da vinci e non lo consigliio è pessimo, io ho amato Dan Brown ma questa volta ha davvero toppato! magari poi mi sbaglio e gli altri pensano che sia fantastico!

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  3. Io lo sto amando quasi quanto Il Codice da Vinci.

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    1. Felice che a te piaccia:) io sono rimasta proprio delusa D:

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  4. ciao! grazie mille:)!! vado a dare subito un'occhiata!

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