INTERVISTA a
VERONICA PIRAS
Veronica
Piras autrice del libro “Il monastero si Saint-Matthieu
1) Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
L’idea è nata
da un’esercitazione che ci ha assegnato il docente del mio corso di laurea in
Informazione e Sistemi editoriali (Tor Vergata). Si trattava di ideare il
concept di un videogioco che avesse come tematica cardine le sette sataniche.
Quando proposi la mia idea al team, prefiguravo nella mente un convento antico,
omicidi, un detective e una donna avvenente e laureata in matematica che lo
aiutava nelle indagini. L’idea non passò e optammo per un altro concept. Quando
tornai a casa continuavo a rimuginarci sopra e mi sorpresi a dire a me stessa:
“Devo continuare questa storia, mi piace. Non ne posso proprio fare a meno”.
Era la prima volta che mi accingevo a scrivere un romanzo. Poi, come succede
spesso, dell’idea originaria non è rimasto quasi niente. Il detective è
diventato un disertore dell’esercito nazista, la matematica è diventata una
rifugiata ebrea e le sette sataniche sono solo vagamente accennate. Ho
mantenuto il convento e gli omicidi.
2) Come mai hai scelto questo periodo
storico?
Mi ha sempre
affascinata. Inoltre l’idea che un giovane ragazzo di razza ariana si potesse
ribellare al regime hitleriano progettando una fuga notturna, è un’immagine che
ho sempre avuto nella mente. Mi piace molto il tema della fuga da un luogo che
opprime, alla ricerca di una vita migliore. Perché unisce l’avventura al
coraggio, il desiderio di libertà al viaggio, tutti ingredienti essenziali
nella vita. Un romanzo di ispirazione in tal senso è stato Il Fu Mattia Pascal,
di Pirandello.
3) Quale é stata la parte più difficile
da scrivere?
L’incipit. Ho
la paranoia dell’incipit impattante, perché sono consapevole del fatto che è
fondamentale catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime righe.
4) L'auto pubblicazione é un passo importante é
stata una scelta difficile e oculata o hai deciso di provarci e basta?
In realtà sto
scrivendo la tesi di laurea proprio sul self-publishing. Quindi pubblicare il
romanzo, oltre che un piacere, rappresenta un esperimento in quanto devo
raccogliere i dati di pubblicazione e riportarli nel terzo capitolo della tesi.
Credo che l’autore che decide di non passare sotto le forche caudine
dell’editore non sia da demonizzare. Cosa fa una persona quando non trova
lavoro? Spesso se lo inventa e ottiene grandi risultati. La penso esattamente
così anche per il self-publishing. Anche l’editoria si sta digitalizzando
sempre di più, dunque se uno ha talento e cura l’editing del suo romanzo, che
male c’è se lo propone direttamente ai lettori?
5) Aaron cosa ti ha ispirato mentre lo
creavi?
Dolcezza, bellezza
fisica e interiore, sani principi, simpatia. Tutto quello che un uomo dovrebbe
ispirare a una donna.
6) In alcuni passaggi del libro l'ironia é
essenziale, é una caratteristica che ti rappresenta anche nella vita?
Sì, anche io
sono molto ironica ma solo con me stessa. Vorrei esserlo un po’ di più anche
nei confronti degli altri, come fa Aaron.
7) Aaron parla in prima persona é stato
difficile scrivere dal punto di vista maschile?
Ho tre
fratelli, perciò conosco molto meglio l’universo maschile che quello femminile.
A volte però mi è venuto il dubbio che possa traspirare femminilità nel
personaggio di Aaron. Per esempio è molto dolce e sensibile. Per rimediare a
questo, ho dovuto disseminare qua e là nella narrazione alcune parole e gesti
da “maschiaccio”.
8) In 5 parole come descriveresti il
libro?
Ti fornisco 5
sostantivi anziché 5 aggettivi: passione, storia, avventura, ideali/coraggio,
morte
9) Perché hai scelto come prima frase la
citazione sui cigni neri?
Perché noto la
tendenza delle persone a relegare ai margini dell’interesse pubblico le cose
sconosciute che, in quanto tali, creano paura. E la storia che vive Aaron
potrebbe dimostrare che non sempre è vero il “finché non vedo non credo”. È una
questione di pregiudizio.
10) Come mai qualcuno dovrebbe scegliere
di leggere questo libro? I suoi punti forti?
Perché
attraverso la fantasia ho provato a toccare tematiche scottanti racchiuse nelle
maglie della storia. Poi ho dato spazio all’amore, alla passione, al peccato e
all’avventura. Ho immaginato la storia che volevo raccontare come fosse un film
e mi sono chiesta: “Ma io questo film lo vorrei vedere?” e quando ho risposto
affermativamente ho dato il “visto si stampi”.
Grazie a Veronica Piras per la sua disponibilità.
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