mercoledì 18 dicembre 2013

Intervista a Veronica Piras autrice de "Il conventi di Saint-Matthieu"



INTERVISTA a VERONICA PIRAS

Veronica Piras autrice del libro “Il monastero si Saint-Matthieu

1) Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

L’idea è nata da un’esercitazione che ci ha assegnato il docente del mio corso di laurea in Informazione e Sistemi editoriali (Tor Vergata). Si trattava di ideare il concept di un videogioco che avesse come tematica cardine le sette sataniche. Quando proposi la mia idea al team, prefiguravo nella mente un convento antico, omicidi, un detective e una donna avvenente e laureata in matematica che lo aiutava nelle indagini. L’idea non passò e optammo per un altro concept. Quando tornai a casa continuavo a rimuginarci sopra e mi sorpresi a dire a me stessa: “Devo continuare questa storia, mi piace. Non ne posso proprio fare a meno”. Era la prima volta che mi accingevo a scrivere un romanzo. Poi, come succede spesso, dell’idea originaria non è rimasto quasi niente. Il detective è diventato un disertore dell’esercito nazista, la matematica è diventata una rifugiata ebrea e le sette sataniche sono solo vagamente accennate. Ho mantenuto il convento e gli omicidi.

2) Come mai hai scelto questo periodo storico?

Mi ha sempre affascinata. Inoltre l’idea che un giovane ragazzo di razza ariana si potesse ribellare al regime hitleriano progettando una fuga notturna, è un’immagine che ho sempre avuto nella mente. Mi piace molto il tema della fuga da un luogo che opprime, alla ricerca di una vita migliore. Perché unisce l’avventura al coraggio, il desiderio di libertà al viaggio, tutti ingredienti essenziali nella vita. Un romanzo di ispirazione in tal senso è stato Il Fu Mattia Pascal, di Pirandello.

3) Quale é stata la parte più difficile da scrivere?

L’incipit. Ho la paranoia dell’incipit impattante, perché sono consapevole del fatto che è fondamentale catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime righe.

4)  L'auto pubblicazione é un passo importante é stata una scelta difficile e oculata o hai deciso di provarci e basta?

In realtà sto scrivendo la tesi di laurea proprio sul self-publishing. Quindi pubblicare il romanzo, oltre che un piacere, rappresenta un esperimento in quanto devo raccogliere i dati di pubblicazione e riportarli nel terzo capitolo della tesi. Credo che l’autore che decide di non passare sotto le forche caudine dell’editore non sia da demonizzare. Cosa fa una persona quando non trova lavoro? Spesso se lo inventa e ottiene grandi risultati. La penso esattamente così anche per il self-publishing. Anche l’editoria si sta digitalizzando sempre di più, dunque se uno ha talento e cura l’editing del suo romanzo, che male c’è se lo propone direttamente ai lettori?

5) Aaron cosa ti ha ispirato mentre lo creavi?

Dolcezza, bellezza fisica e interiore, sani principi, simpatia. Tutto quello che un uomo dovrebbe ispirare a una donna.

6)  In alcuni passaggi del libro l'ironia é essenziale, é una caratteristica che ti rappresenta anche nella vita?

Sì, anche io sono molto ironica ma solo con me stessa. Vorrei esserlo un po’ di più anche nei confronti degli altri, come fa Aaron.

7) Aaron parla in prima persona é stato difficile scrivere dal punto di vista maschile?

Ho tre fratelli, perciò conosco molto meglio l’universo maschile che quello femminile. A volte però mi è venuto il dubbio che possa traspirare femminilità nel personaggio di Aaron. Per esempio è molto dolce e sensibile. Per rimediare a questo, ho dovuto disseminare qua e là nella narrazione alcune parole e gesti da “maschiaccio”. 

8) In 5 parole come descriveresti il libro?

Ti fornisco 5 sostantivi anziché 5 aggettivi: passione, storia, avventura, ideali/coraggio, morte

9) Perché hai scelto come prima frase la citazione sui cigni neri?

Perché noto la tendenza delle persone a relegare ai margini dell’interesse pubblico le cose sconosciute che, in quanto tali, creano paura. E la storia che vive Aaron potrebbe dimostrare che non sempre è vero il “finché non vedo non credo”. È una questione di pregiudizio.

10) Come mai qualcuno dovrebbe scegliere di leggere questo libro? I suoi punti forti?

Perché attraverso la fantasia ho provato a toccare tematiche scottanti racchiuse nelle maglie della storia. Poi ho dato spazio all’amore, alla passione, al peccato e all’avventura. Ho immaginato la storia che volevo raccontare come fosse un film e mi sono chiesta: “Ma io questo film lo vorrei vedere?” e quando ho risposto affermativamente ho dato il “visto si stampi”.  

Grazie a Veronica Piras per la sua disponibilità.


Nessun commento:

Posta un commento