giovedì 11 settembre 2014

The King - Capitolo 10; paragrafo 1



THE KING

Aspetto ancora con ansia altri vostri commenti e prego di citare la fonte se mai vorrete prendere in prestito questa traduzione.
La traduzione è amatoriale e senza scopo di lucro.
Alcune parti non sono tradotte letteralmente perché era impossibile trascrivere in italiano quello espresso in inglese, soprattutto modi di dire.


Questa è la copertina del mio libro


CAPITOLO X
Paragrafo I

“... solo una di esse è un cambiamento rivoluzionario.”
Mentre l'acqua nella doccia continuava a scorrere, la voce suadente rimbombava attraverso gli spogliatoi - e la testa di Wrath restava inclinata all'indietro: col pugnale contro la giugulare e una mano pesante stretta sulla treccia che scendeva lungo la sua schiena. Non poteva andare da nessuna parte.
Stringendo i denti, non sapeva se essere impressionato oppure se incoraggiare la lama affinché terminasse il lavoro.
Ma non aveva tendenze suicide. “Quali sono, Payne?” mugugnò tra i denti.
La voce della femmina fu un basso ringhio proprio nel suo orecchio. “Sappiamo entrambi che puoi liberarti se scegli di farlo. In un istante mi puoi sopraffare - la dimostrazione è stata più che esauriente in palestra.”
“E la seconda?”
“Se l'ho fatto una volta, posso farlo di nuovo. E probabilmente la prossima volta non sprecherò il fiato cercando di provare che sono tua pari.”
“Io sono il re, lo sai.”
“E io sono la figlia di una divinità, figlio di puttana.”
Con questo, lo lasciò e fece un passo indietro.
Coprendosi i genitali, Wrath si voltò verso Payne. Non aveva mai visto le sue sembianze, ma gli era stato detto che somigliava a suo fratello, alta e forte. Sembrava avesse gli stessi capelli corvini e quei pallidi occhi di ghiaccio - e l'intelligenza era qualcosa che poteva giudicare da sé.
E, evidentemente, aveva anche le palle.
“Posso ucciderti,” disse lei con durezza. “Quando mi pare. E non ho nemmeno bisogno di un'arma convenzionale. Sei più forte, certo - te lo concedo. Ma sono in grado di fare cose che tu neanche immagini.”
“Allora perché non l’hai fatto?”
“Perché non voglio seppellirti in una tomba. C'è bisogno di te qui. Sei essenziale ai fini della razza.”
Maledetto trono. “Quindi stai dicendo che ti saresti lasciata ammazzare in palestra?”
“Non mi avresti ucciso.”
Oh, sì, stavo per farlo, pensò con disgusto verso se stesso. “Ascolta, Payne, possiamo girarci intorno per un anno e mezzo e non risolveremo nulla. Non mi allenerò più con te. Mai.”
“Sul serio ti aspetti che accetti un ragionamento basato sul mio sesso?”
“No, mi aspetto che rispetti il mio legame con tuo fratello.”
“Non tirare in mezzo la stronzata della vecchia usanza con me. Sono adulta e ho un compagno. In alcun modo non permetterò che mio fratello abbia qualche diritto su di me …”
Wrath balzò in avanti. “Chi cazzo se ne importa. Vishous è mio fratello. Hai una vaga idea di cosa gli avrebbe fatto se ti avessi ucciso?” Si portò una mano alla testa. “Puoi scendere dal piedistallo per un secondo e provare a considerarlo? Anche se me ne sbattessi il cazzo di te, credi che glielo poterei fare?”
Ci fu una pausa e lui ebbe la sensazione che Payne stesse per rispondere. Ma quando non sentì nulla, imprecò.
“E sì, hai ragione,” disse evasivamente. “Tu combatti come un Fratello - e mi sono allenato con loro per anni, per cui lo so. Non sto interrompendo gli allenamenti perché sei una fottuta ragazza. È per lo stesso motivo per cui Qhuinn e Blay non possono lottare sul campo insieme, e perché Xhex, se mai decidesse di combattere con noi, non le sarebbe concesso di essere in squadra con John. È perché la dottoressa Jane non opererebbe tuo fratello oppure te. Si c’è un coinvolgimento troppo personale in certe situazioni, mi capisci?”
Contro il rumore dell'acqua scrosciante, lui sentì che lei camminava intorno, i piedi nudi quasi silenziosi sul pavimento.
“Se tu fossi suo fratello invece di essere sua sorella,” disse Wrath, “sarebbe lo stesso. Il problema sono io, non tu - per cui fammi un favore e scendi dal pulpito femminista su cui sei salita. Mi stai annoiando.”
Un po' rude, probabilmente. Ma aveva già dimostrato che essere civilizzato era fuori discorso per il momento.
Ancora silenzio. Fino a che Wrath quasi sollevò le mani in aria per la frustrazione - ma ricordò che non bisognava sfoggiare i suoi gingilli.  “Andiamo, Payne. Apprezzo totalmente il tuo orgoglio nell'essere ferita. Ma ti voglio viva e vegeta più di quanto m'importi ferire i tuoi sentimenti.”
Ci fu un altro lungo momento di silenzio. Ma non se né andò - riusciva a percepire la sua presenza quasi come la vedesse: era proprio sulla piastrella di fronte a lui, e si frapponeva tra lui e l'uscita.
“Pensi che non ti saresti fermato,” disse lei rudemente.
“No.” Wrath chiuse gli occhi, il rimorso che gli trafiggeva il petto. “Lo so. E come ho detto, non ha niente a che fare con te. Ora ti prego, per l'amor di Dio, lascia perdere e fammi finire questa doccia.”
Quando non ci furono più parole, Wrath percepì di nuovo il ribollire dentro di sé. “Che c'è?”
“Lascia che ti chieda una cosa.”
“Non può aspettare fino a …”
“I Fratelli si allenano insieme, giusto?”
“No. Sono troppo occupati a prendere lezioni di lavoro a maglia nel tempo libero.’
“Perché non si allenano più con te?” La sua voce divenne più bassa. “Perché non sei stato chiaro con loro? È cambiato dopo che sei salito al trono?”
“Dopo che sono diventato completamente cieco,” sputò tra i denti. “È cambiato allora. Vuoi la data esatta?”
“Mi chiedo … se andassi in giro far domande, se la gente sarebbe d'accordo con questa affermazione.”
“Stai suggerendo che posso vedere?” Snudò le zanne. “Sul serio?”
“No, sto domandando se i tuoi fratelli sarebbero andati al tappeto per mano tua una volta messa la corona in testa. Ho la sensazione che la risposta sarebbe no.”
“Adesso mi spieghi perché questo aspetto è rilevante,” sbottò Wrath. “Perché l'altra opzione è vedermi perdere nuovamente il controllo - e entrambi sappiamo che divertimento è stato la prima volta.”
Quando lei parlò, la sua voce era distante e lui ebbe la sensazione che si fosse spostata sotto l'arco che conduceva agli armadietti.
“Io credo che l'unico motivo per cui ci alleniamo insieme è perché sono una femmina.” Quando Wrath aprì la bocca, lei lo precedette. “E penso che continueresti a combattere con me se fossi un maschio. Continua a ripeterti che riguarda mio fratello, va bene. Ma credo che tu sia più maschilista di quanto pensi di essere.”
“Fanculo, Payne. Davvero.”
“Non litigherò con te. Perché non chiedi alla tua shellan, invece.”
Cosa?”
“Chiedile come ci si sente nel discutere con te.”
Wrath colpì l'aria tra loro. “Esci fuori di qui. Prima di darmi una ragione per stringerti in un'altra dannata choke hold.”
“Perché non vuole che tu sappia dove va quando tu lavori?”
Chiedo scusa?”
“Le femmine non hanno segreti per i compagni che rispettano. E mi fermo qui, non dirò più niente. Ma cieco o no, hai bisogno di una più chiara visione di te stesso.”
Wrath marciò in avanti sul pavimento bagnato. “Payne. Payne! Torna subito qui, in questo fottuto istante!”
Invece stava litigando con se stesso.
La femmina l'aveva lasciato da solo.
“Caaaaaaaaaaaazzo!” urlò a pieni polmoni.




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